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Produced
by Paolo Filippi, Matteo Marchese and Alessandro
Ducoli for DoubleStrokeRecords, via Isonso 3/c - Azzano San Paolo (BG) - All compositions by Alessandro Ducoli
and Mario Stivala (Lettera by Alessandro Ducoli and Renato Saviori, Alessandro Galati (piano, rhodes,
keyboard), Ellade Bandini (drum), Ares Tavolazzi (bass), Fabrizio Bosso
(trumpet), Mario Stivala (guitar), Alessandro Ducoli (voice), Sandro
Gibellini (guitar), Tino Tracanna (sax), Paolo Filippi (bass # 5), Teo
Marchese (drum # 5). Pics by Fabio Gamba (Phocus Agency) Marinella è caduta nel fiume (…) Brumantica… Capire la nebbia da bordo
di fiume. Leggera… Confonde il sentiero. Attenzione! Non rischiare! Ma s’ha
da fare… E ho imparato a contare… Non posso sbagliare… Mi basta contare.
Ottomila. Quattro all’andata e altri quattro al ritorno… E nel frattempo… Non
perdere tempo… Rimetti la sveglia sul quattro… Ti prometto l’arrivo. E per
ogni ritardo… Ricorda le colpe del fiume… È tempo prezioso… Mi basta…
Speriamo che basti anche a te (…) Un
piede nella fossa, quell'altro sulla vanga… Continuo a scavare. Ti ostini
a non volermi capire. Non credo che serva cambiare vestiti e cappelli! E
nemmeno vampiri! Anche quelli non vanno cambiati! Ma vanno cercati! Vanno
trovati e capiti! Pazienza… La tua penitenza mi sia d’esercizio. Ma niente di
più. Ti prego… La tua cattiveria mi pare eccessiva. Dimenticavo… Se hai da
fumare, vorrei ricominciare (…) Lettera…
Non posso passare tutto quanto il mio tempo a cercare le cose che hai messo
nel grande universo. Sono troppe! Ti prego! Ti prego di scrivermi solo due
righe alla volta (…) Tutta colpa sua…
Come sempre… Cosa importa? Sto a posto dove sto… Tra questi alberi… Alberi
che sembrano le grandi città. Infiniti circuiti di razze, di piazze, di
strade, stazioni e binari… di attese infinite di noi pendolari. Tieniti pure
il giardino… La casa. Tieniti il mio davanzale… La mia collezione di scatole
vuote. La piccola scala che apre la nostra finestra sul tetto. Ti lascio il
camino! La vasca dei miei pesci rossi. Ti lascio la gabbia e ti lascio
giocare con il mio canarino. E adesso… Che pago l'affitto degli alberi…
Divido la mia colazione con altri abitanti (…) Blou… Anima scura, nera. Osserva nell'ombra i contrasti di luce
difficili ad occhi normali. Se passi di nuovo dal numero sei, ricordati che
il piano che abito è sotto il livello del suolo. Assaggio le scorte rimaste.
E ascolto le note che parlano solo di luce (…) Nebbia e sabbia… Voglio un caffè. Il cane vorrebbe un ghiacciolo.
Anice e ghiaccio… Anice, ghiaccio e caffè. Vorrei un giornale, per me e per
il cane. Ci vogliamo aggiornare. E vogliamo la nebbia. La nebbia e la sabbia
del fiume. Vogliamo rinchiuderle dentro nel fondo di questa bottiglia di
vetro e conchiglie. Vogliamo che facciano il nostro percorso, per dire a
chiunque da dove arriviamo. E sia mai che rallentino il viaggio… (…) Perduta… Sono stato anche io marinaio.
Ma sulle montagne. Ho visto le navi. Alcune affondate. Altre crollate… Altre
di meno. Alcune galleggiano ancora. Leggere. Sui prati dei passi. Altre che
vanno lontano. E tu… Dove stai navigando? Sono mari più grandi? Lo so… Ma
lasciami prendere appunti e vedrai… Saranno grandi anche i miei. E poi… Sarà
un’annuvolaggio! E mi darà un invidiabile e grande vantaggio: osservare le
cose dall'alto come fanno i gabbiani di passaggio (…) Maddaluna… L'acqua. Si muove. Non muove il riflesso di luna
appoggiato sul filo del fiume. Chiedimi un bacio! Chiedi se posso provare a
scaldare le mani stringendo le tue! Chiedi le cose che posso fare anche io.
Ma non chiedermi altro, ti prego, perché non posso raggiungere il centro
dell'acqua e rubarti lo spicchio di luna che aspetta l'inizio del giorno. Lo
sai che no so camminare sull’acqua, e nemmeno sul fondo del fiume. Io cammino
soltanto dove esistono punti d'appoggio… Sicuri… Come quelli che ho qui sulla
riva (…) Marinella… Camminava sull’argine con in testa
l’idea dell’amore… Ed è andata com’è andata (…) 17 giugno 2005 Brumantica (Gera Balote, 17 giugno 2005) |
Ducoli, Brumantica
(2006) Brumantica Un piede nella fossa, quell'altro sulla
vanga Lettera Tutta colpa sua Blou Nebbia e sabbia Perduta Maddaluna La canzone di Marinella Brumantica (30 novembre 2004) “Brumantica,
passione L'argomento
è discussione” Un'arcana
discussione, consumata nel tragitto Che
divide il tuo terrazzo dalle mie argomentazioni Il
mio soffitto inumidito, la condensa porta solo la malattia Porta
il freddo sotto il filo della schiena La
mia scena è già descritta, amore mio. “Brumantica,
passione L'argomento
è discussione” Da
un'Arcadia di parole Che
galleggiano sul fiume Sopra
agli argini si muovono i nemici della nebbia E
mi riducono lo spazio, la legittima licenza Per
la scienza della nebbia che cammina sopra i campi Che
non sembrano distanza, per l'amore. “Brumantica,
passione L'argomento
è discussione La
dottrina che vuole il verbo L'Accademia
che si sforza e si consuma Nella
scienza mai esatta dell'amore Dell'alchemico
problema della nebbia che passeggia sopra il fiume” Un piede nella fossa, quell'altro sulla
vanga (20 marzo 2005) “La
tua passione è tutto La
mia passione, anche. In
fondo alle mie tasche, niente La
chiave dei tuoi tesori”. Ho
messo il mio piede sinistro in fondo alla fossa Quell'altro
rimane appoggiato alla vanga, sorrido da sempre Lo
strappo che avevo non è colpa mia di sicuro, lo sai Le
tasche non posso vederle da fuori, capirle nemmeno, si sa. Il
lupo randagio mi osserva con circospezione, mi guarda lo sguardo Dimostra
la stessa maniera di stile, abbiamo qualcosa in comune noi due I
segni del branco, le cose del tempo, segnali di qualche passato La
luna è il fantasma di un'anima morta d'amore, muore e risorge la luna. “La
mia passione è tutto La
tua passione, anche. In
fondo alle mie tasche, persa. Lo
scrigno dei tuoi preziosi”. Il
barbagianni si muove preciso nell'aria La
sua evoluzione di essere puro consente accurato comando di volo Bianco
e assoluto, ripete la sua esposizione planare. Divide
lo spazio alla nostra portata di sputo. Il
pipistrello si muove altrettanto preciso Mi
lancia segnali di approvazione, conforto, segnali di fumo. Accorge
la sagoma d'uomo, la sagoma che corrisponde alla mia Il
tempo che serve per fare un inchino, pensando di avere di fronte il maestro. “La
tua passione è tutto La
mia passione, anche. In
fondo alle mie tasche, niente La
chiave dei tuoi tesori”. “La
mia passione è tutto La
tua passione, anche. In
fondo alle mie tasche, persa Lo
scrigno dei tuoi preziosi”. Lettera (19 agosto 2002) Lettere
d'amore, lettere d'amore, no, non ne scrivo più Non
ho più parole e inchiostro Come
un mostro mi nascondo e mi difendo. Una
lettera d'amore non si deve comandare Bisogna
anche calcolare che può anche fare male L'indirizzo
era il mio mentre adesso, amore mio, “sconosciuto” Si
confonde, si nasconde, nelle case e nelle tasche della gente. Nel
frattempo sta passando il temporale su di me Proprio
adesso che non ho più la parola Nell'istante
che si abbatte un temporale sono qui Io,
senza niente, qui. Lettere
d'amore, lettere d'amore, io, non ne scrivo più. Tutta colpa sua (aprile 2000) Sto
camminando a piedi nudi nel parco Non
sono mica il primo lo so ma ho perso le scarpe mentre dormivo Di
certo non sono mai stato il primo in tante cose nella vita e non credo
nemmeno di essere il solo a pensarlo. Ci
sono persone infatti che pensano esattamente alla stessa maniera Altri
invece che sanno le cose appena un minuto prima degli altri Io,
personalmente non conosco nessuno Conosco
soltanto le cose che posso capire e basta. Un
pezzo di luna sopravvive alle luci di questi lampioni Attraversa
le prime foglie dei tigli e colora le pozze di pioggia rimaste appoggiate su
questo sentiero Ricalcate
su questo selciato di pietra di cava appena rubata dal fondo del fiume. Nidi
di ragno, di merlo, di corvo, rifugi di gufo e di sorcio Scorci
di luce riflessi nell'acqua di stagno che usano i miei topiragno Le
acque che abitano tutte le altre famiglie accertate di questo immenso
universo, diverso. Le
strade le piazze, le lucciole accese La
luna, il campanile, il marciapiede Lontano
anche i treni non fanno rumore, Colpito
alla schiena dall'amore. La
gola si secca e la bocca si impasta, la giacca si sporca e la scarpa si rompe Tutto
subisce l'azione del tempo, l'azione prodotta dal cambio di luna E
qualcuno riesce a capirne il momento ideale, la sua conseguenza. Altri
non sanno nemmeno che esiste, vivono senza Si
tratta di gente in divisa, divisa da quelli normali La
luna per loro è soltanto un dettaglio che puoi anche trascurare Se
i fari del tuo marchingegno funzionano davvero molto bene. Io
posso anche dormire tra le foglie, coperto dai rami, nascosto nei buchi Passare
la notte coi cani e le gatte randagie, parlare coi bruchi e i lombrichi Passare
le ore a capire la gente malvagia oppure i minuti a guardare la luna. Posso
anche passare i secondi a trovare la chiave del cambio di luna se vuoi Oppure
ballare le danze sui piedi se credi, sul naso In
bilico sul ferro del ponte, passare le ore che portano il giorno a pensare A
tutte le piccole cose che passano avanti. Le
strade le piazze, le lucciole accese La
luna, il campanile, il marciapiede Lontano
anche i treni non fanno rumore Colpito
alla schiena dall'amore. Blou (12 gennaio 2005) Blou,
un uomo cammina la notte e l'inverno Risponde
da solo alla sola esigenza di andare La
domanda e la risposta Non
è giusto ma mi basta, camminare. Blou,
inutile passo Ripete
lo stesso sentiero Conosce
ogni metro quadrato sudato di questo Funesto
quartiere. La
domanda e la risposta Non
è giusto ma mi basta, camminare. Blou,
finisci le cose Ogni
volta che danno fanno fastidio Ti
odio ogni volta un momento di più La
domanda e la risposta Non
è giusto ma mi basta Camminare,
dove sei. Nebbia e sabbia (20 marzo 2005) La
nebbia mi oscura la parte migliore del cranio La
sabbia disturba le mosse di questo ingranaggio La
nebbia si prende la parte più buona del mio mappamondo La
sabbia mi ostacola nei movimenti il pensiero. Barman,
sono l'ultimo. La
nebbia cancella la parte rimasta del cranio La
sabbia consuma le ruote di questo motore La
nebbia nasconde la parte avanzata di questo cervello La
sabbia rallenta la resa di questo areoplano. Barman,
siamo gli ultimi. Perduta (19 marzo 2005) Restano Le
languide parole, Ascolto
la mia voce, Mi
parlano di noi. Naufrago Sull'isola
di Pasqua, Non
trovo la mia croce, Adesso
dove sei. Avresti
potuto avvertirmi Che
il tempo si cambia ogni volta Che
sul calendario si cambia il colore. Numeri
neri che piacciono sempre di meno dei numeri rossi Per
ogni motivo che posso spiegare. Restano Le
languide parole, Ascolto
la mia voce, Mi
parlano di noi. Naufrago Sull'isola
di Pasqua, Non
trovo la mia croce, Adesso
dove sei. Maddaluna (2 aprile 2005) Lasciami
due baci furtivi Rubati
per sentirmi più vivo, nel buio Nessuno
che ti può condannare, più Quando
hai freddo, ti lasci scaldare. Il
riflesso che hai lasciato sull'acqua si muove Le
correnti mi trascinano al largo Una
pietra non disturba il disegno e l'incanto Mille
nuvole a passo di vento. Mentre
tu, Maddaluna Sei
la luce di questi occhi Mentre
tu dolce spina mia Sorridi
con un bacio, mi lasci e vai via. Stringi
ancora un altro momento Un
istante può durare abbastanza La
mia nave non conosce la legge dei mari La
deriva che arriva è cattiva. Segnami
con la tua innocenza sicura Sei
pulita come l'acqua degli occhi Insegnami
la strada più corta e la luce Sono
cose che dovremo imparare. Mentre
tu, Maddaluna Sei
la luce di questi occhi Mentre
tu dolce spina mia Sorridi
con un bacio, mi lasci e vai via |
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