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(PILS, 2023) |
Torna a ruggire Cletus Cobb. L’avevo perso di vista dopo le
emozionanti scorribande dei mai rimpianti a sufficienza Lupita’s Project. Non che ne sentissi la mancanza, di lui intendo, ma
sono stato sorpresa e felice di ricevere questo POPCALYPSE. Primo appunto… Perché mi manda il Volume II? Perché non ha spedito
prima il Volume I? Lo spiega lui stesso nella lettera di
accompagnamento: L’abbiamo scritto come doppio, ma abbiamo finito i
soldi con la registrazione degli ultimi 9 brani (abbiamo iniziato al
contrario). Se vendiamo qualche copia, l’anno prossimo registriamo le prime.
Siamo sempre più rotti che nemmeno uno sfasciacarrozze
ci prenderebbe in carico. Ma va bene così. Lo sai com’è il RNR!!!! VIVA!!!!!!
PS. Se mi rifanno il passaporto mi piacerebbe rivederti. Secondo appunto… Come sempre: a tratti detestabile, a
tratti anche peggio. (Chyntia Amoroso, AppleFiles n.
282; San Francisco de Campeche, marzo 2024) |
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(Los
Canditos, 2023) |
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(Ducoli,
2023) |
Le canzoni e l’incedere dell’album
hanno grande ritmo narrativo. Si passa dalla dolcissima e malata introduzione
di "Gente abissale”, alla devastante gioia dell’autoreclusione de
"Il Cubo", subito giustificata nel soddisfacimento de "La tua
fame" e de "La tua sete". Il punto di svolta avviene con "Cose
leggere leggere", autentico capolavoro “easy”,
per aprire una seconda parte burrascosa che inizia con la spietata “I
fascisti siete voi” e prosegue con la vorticosissima “L’odiato amore",
risolvendosi nella solenne "Il problema reale". Nemmeno il tempo di
riprendersi che arriva la spiazzante "Love, hate
and hope". Chi non ha capito nulla, poi, viene
invitato, nella conclusiva "La venere disegnata", a non impegnarsi
oltre… Un naufragio è sempre un naufragio, anche quando si tratta di
sommergibili. (sempre Lei) |
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(Ducoli,
2022) |
Il Cotone è un lavoro sfacciatamente
romantico, scritto dal Ducoli e arrangiato in collaborazione con Valerio
Gaffurini. Quello che nei precedenti album era stato definito “romanticismo
approssimativo”, ne Il Cotone sembra trovare coordinate più precise,
rivelando il compimento di un viaggio musicale che, iniziato con la follia di
Sandropiteco (2013), è proseguito nelle atmosfere minimali di Divanomachia (2016) e nello spietato crepuscolarismo di
Diavoli e contrari (2018). (Asia Taranto,
Udine, 2022) |
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Io che sono solamente un servitore |
In lavorazione… |
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HARI KETIGA Dwiki Dharmawan, Boris Savoldelli, Asaf Sirkis, Markus Reuter (MoonJune
Records-2020; Boris Savoldelli) |
(REMIX-REMAST
-2019; 2000; Bacco il Matto) |
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(Selvaggi Band; 2019) |
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(Joan Quille;
2019) |
(Collettivo
PLK, 2019) |
Ducoli
e il Collettivo PLK: 20 chilometri di paura musicale. Perché
di un disco così? Cosa c'entra nella produzione del Ducoli? Lui è sempre
stato un “selvatico”, uno fuori dagli schemi, ma qui sembra uno davvero perso
per sbaglio. Allegate al demo di preascolto una sola riga di descrizione:
«Dimmi cosa ne pensi, a me piace.» Primo
impatto: una pacchianata. E poteva anche esserlo, almeno nell'idea, ma questi
PLK (?) si sono messi a giocherellare con moog, farfise, pianetti vari, oscillators,
sintetizzatori e altre cose così, quasi a voler suggerire arrangiamenti
pensati che, tuttavia, sembrano addirittura ridicoli …. |
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(Elodea; 2018) |
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(Smuggler Edition; Acoustic, 2018) |
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(The Ducolis, 2018) (The Ducolis, 2019) WEB
VIDEOCLIPS: |
Due album (uno mai realizzato ma documentato nell’ultimo concerto dei Ducolis all’edizione 2019 del Nistoc Festival), un racconto, e poco altro. Fulminanti! I Ducolis arrivano per poi scomparire, come vampiri, come lupi nella notte. Eternamente fuggiaschi, si muovono ai bordi dei burroni, dentro foreste impenetrabili, lungo i fossi, ma senza mai farsi catturare. Una manciata di canzoni di Rock’n’Roll puro come non si sentiva da tempo. Straordinari!!!!! (Harrison Ford, febbraio 2020) |
(Ducoli,
2018) TOTALLY FREE VIDEO STREAMING |
Ho passato vent’anni di onorata carriera giornalistica nella ricerca di suoni e ritmi nuovi, arrampicandomi sempre in una continua e ostinata ricerca del disco perfetto, eppure, forse, avevo dimenticato proprio la cosa più semplice: la canzone. E oggi, questo album, viene a dirmi con inesorabile dolcezza, e con una forza che ti piega le ginocchia, che non avevo capito proprio niente. Mi sento proprio io quello che dovrebbe essere messo a recensione. Sono completamente spiazzato da un lavoro discografico che non solo appare “perfetto” (nel senso più ipocrita del termine, quello che tanto piace a noi giornalisti), ma che ti suona addosso il suo violentissimo grido d’amore. Senza mai alzare la voce… Quel maledetto cane libero ci è proprio riuscito. Non so cosa dire. (Marzio Bellafava,
Oristano, 2018) |
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(Pierangelo
Manenti; 2018) TOTALLY FREE VIDEO STREAMING |
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(The
Bartolino’s) TOTALLY FREE VIDEO STREAMING |
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(XVI-2017;
Alessandro Ducoli – Il respiro della
terra) |
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(XV-2016;
Alessandro Ducoli – Le tue mani) |
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SINTESI (Robi Gobbi e Gerardo Carninale) |
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(Selvaggi Band; 2013) |
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(Lupita’s Project, 2016) |
(…) Il mese scorso ho rivisto
il Ducoli a Lisbona. Ha pagato tutti i suoi debiti e mi ha portato
il nuovo album dei Lupita's Project, in
anteprima. (Maximilian Dutchman. Lisbona,
26 dicembre 2015) |
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(Ducoli,
2015) |
Questo disco enolico-zoologico mi piace moltissimo. Quello che lui definisce un «vestito di piume» appare di una leggerezza che raramente si sente negli ultimi dischi di canzoni. C’è dentro la follia di Jannacci, la dolcezza di Endrigo e la disperazione amorosa di Ciampi (i suoi più vicini maestri). Le canzoni si muovono libere, seguendo traiettorie solo apparentemente sbilenche, ma invece molto precise, proprio come le linee di volo degli animali a forma di strega, i rapaci notturni. (M. Dutchman. Lisbona, 15
settembre 2015) |
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(Pierangelo Manenti; 2015) TOTALLY FREE VIDEO STREAMING |
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(Ducoli,
2015) (Ducoli,
2020 – DELUXE EDITION) |
Questo album, ancora una volta, testimonia come il Ducoli sia un vero e proprio caso italiano: sempre più dimenticato da tutta la stampa che conta e dai “grandi” architetti dello showbiz. Ma questa volta, mai come prima, appare teneramente lontano da tutto, quasi che non gli freghi nulla che la gente ascolti o no le sue canzoni. Se avete occasione di farlo, cominciate pure da questo bellissimo Divanomachia, ma non trascurate nessun altro dei suoi lavori precedenti. (M. Dutchman. Lisbona, 28 dicembre 2014) DELUXE EDITION (2021) – Completa di 2 inediti e di
live performance.
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(Artisti vari; 2014) |
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(Selvaggi Band; 2013) LISTEN |
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(Bicilinbdrica,
la rivista dei Guzzisti; Il Laccabue;
2013) |
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CAMUNIARAMA (Artisti vari; Santo Drino; 2013) |
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(Ducoli;
2013) |
Ci sono 22 canzoni in questo Sandropiteco, 22 episodi che non stanno mai l’uno in continuità con l’altro. È un album quasi malvagio, demoniaco, così sconnesso da sembrare che racconti un unico grande episodio: la complicata bellezza delle nostre innumerevoli sfumature esistenziali. La classe del Ducoli sta nel fatto di non porsi mai come “maestro di vita”, anzi, di “esistenza”, ma nel cercare sempre di suggerire la grandezza dell’essere umano che potremmo essere. Bravo Ducoli. Ci sei riuscito ancora! (M. Dutchman. Lisbona, 26 ottobre 2013) |
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Trallalerotrallallà (Ducoli;
2013; Deluxe Edition: Artemisia Absinthium,
Piccoli Animaletti) |
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(Lupita’s Project; 2013) |
I Lupita’s Project? Io li ho visti volare! Lo posso veramente dire! Erano in mezzo ad aeroplani molto più attrezzati dei loro... ma erano i loro Fokker Triplano a risultare assolutamente imprendibili. Erano in cinque, tutti discepoli di Manfred Von Richthofen! Fottuti Mother Fokkers! Si muovevano alla grande, prima disordinati e poi ordinati! Era un sogno! Uno spettacolo! Uno spettacolo su disco e uno spettacolo dal vivo! Il loro capitano di squadriglia è Cletus Cobb, uno tra i più strani autori che abbia mai conosciuto! E la sua “squadriglia dei cieli” sembra d’accordo con lui: non appena la linea di volo è stata capita, loro la cambiano... per proseguire, immediatamente, con un nuovo attacco! (M. Dutchman. RockFILES
n. 1984. Lisbona, 31 maggio 2012) |
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(Cletus Cobb –Spanish Johnny – The Other Apostles;
2013) |
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(Pierangelo Manenti; 2012) TOTALLY FREE VIDEO STREAMING |
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(24 dicembre 2011) TOTALLY FREE VIDEO STREAMING |
Alessandro Ducoli, accompagnato da alcuni fra i più grandi musicisti italiani (vecchi amici del sottoscritto come Ellade Bandini, Ares Tavolazzi, Sandro Gibellini e Tino Tracanna, accanto a nuovi amici come Alessandro Galati e Fabrizio Bosso). Canzoni nuove di zecca scritte in compagnia del suo migliore compare di viaggio, Mario Stivala. Musica parlata, da gustare con i piedi al caldo, lo stomaco pieno e la testa vuota. Anzi da gustare in piedi con la testa al freddo e la pancia vuota. Anzi da gustare con la pancia e con i piedi. Insomma, fate voi. (M. Dutchman. Lisbona, 12 settembre 2006) |
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(Artisti
vari insieme per Renato; 2011) |
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(Alice Quarteroni; 2011) |
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(Mauro Tononi;
2009-2016) |
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(Selvaggi Band; 2011) |
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(2007;Boris Savoldelli) |
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(The Jones Bones; 2010) |
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(14
febbraio 2010) |
I suoi lavori soffrono infatti
sempre di un certo “artigianato” che, benché onesto e ben condito, appare comunque
di non sufficiente livello. Il mio consiglio è dunque di non comprare
“Piccoli animaletti”… Mandategli eventualmente i
soldi chiedendogli di utilizzarli per produrre meglio i prossimi album (non
prima di almeno quattro anni!). Anzi, non mandategli niente perché se li
fumerebbe e berrebbe nel giro di un paio d’ore. (…) (M. Dutchman. RockGuru
n. 2113. Lisbona, 6 gennaio 2010) |
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DAL
PROFONDO (LATLANTIDE,
artisti vari; 2009; Spanish Johnny – Tombstone) |
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BRESCIA
CANTA IL
NATALE NELLE PIEVI (Brescia,
artisti vari; 2009; Ducoli – Le renne
sulla neve perenne) |
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(Mammut
Festival; 2009) |
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PROTOPLASMIC (Boris Savoldelli, Elliot
Sharp; 2009) |
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I LEAVE MY PLACE TO THE BITCHES (2009;
Cletus Cobb) |
Cobb, ci regala un disco pieno di energia nel quale
convoglia tutta la disillusione di un musicista costretto ad esibirsi in uno
strip bar prima delle spogliarelliste. Un disco intenso, e soprattutto molto
vario dal punto di vista sonoro infatti, si spazia dalle venature funk nello shuffle della title track alla rock più puro della rovente Like Rolling Stones. (Blogfoolk) |
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LONTANO
DA FINO (Fino
del Monte, artisti vari; 2008; Ducoli – Lettera) |
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(2008;
Beppe Donadio) |
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QUANDO SI TAGLIAVA LA CODA
AI CANI (2008) |
Non so cos’altro aggiungere se non suggerirvi di prendere questo Quando si tagliava la coda ai cani solo se avete qualche amico odiato a cui regalarlo. Potrebbe funzionare come “colpo di grazia” e potreste liberarvi di un grosso peso con una piccola spesa. Quantomeno avrete dato un senso compiuto alle “fatiche” del Ducoli. Io ad esempio ne ho già ordinate cinque copie: una per mia suocera, una per la migliore amica di mia moglie, una per il mio commercialista, una per la signora del piano di sopra e una, che terrò in tasca, da usare all’occorrenza. So che più avanti me ne serviranno altre, ma so anche dove trovarle. Fate come il sottoscritto! Vi assicuro che non ve ne pentirete. Succederà poi che “prima o poi” qualcuno regali allo stesso Ducoli una copia del suo disco e il “cerchio” allora sarà definitivamente chiuso. Non lesinate intenzioni! (M. Dutchman. Lisbona, 31 ottobre 2008) |
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(VIII-2006,
artisti vari; Ducoli – Fèro) |
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(2008) TOTALLY FREE VIDEO STREAMING |
Ho passato tre anni a inseguire il Ducoli per due motivi principali: mi deve ancora dei soldi (e nemmeno pochi); devo capire se fa i dischi per avere una buona scusa per non pagarmi. In tre anni l’ho visto due sole volte e sempre a Lisbona. Sempre per consegnarmi la sua ultima “fatica discografica”. Ogni volta è sempre di fretta. Ogni volta mi supplica di capirlo se a volte non è del tutto chiaro in quello che dice. Ogni volta senza parlare dei soldi che gli ho prestato per comprarsi una barca che credo nemmeno abbia mai visto nessun tipo di onda. Io penso di essere un gentiluomo e penso anche che tra gentiluomini non occorra parlare di certe cose. Quindi non ne ho parlato. (M. Dutchman. Lisbona, 27 marzo 2008) |
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(2008;
Cletus Cobb) |
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(2007) |
Questa nuova Lolita (suo disco d’esordio del 1997), con il suo bel vestitino nuovo nuovo, è ancora il suo primo disco in tutto e per tutto, ma rimesso rilucidato grazie alle nuove tecnologie di cui dispone la musica oggi, è completamente rinnovato con una versione aggiornata! Ora capisco che non capite voi. Non importa. Lolita’s malts non ha nemmeno il tempo di fare due giri nel vostro giradischi digitale che subito vi arriva dentro nelle vene. Proprio come un malto! Fidatevi di me. Ha ragione lui ancora una volta. Dovete credermi. Se vi risulta difficile provate ad ascoltarvi la “versione 11 anni”. (M. Dutchman. Lisbona, 4 ottobre 2007) |
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(2007;
Boris
Savoldelli) |
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(2007; Spanish Johnny) |
Il secondo volume di Jokerjohnny, è una sorta di
evoluzione estremizzata del disco precedente e non a caso come copertina è
stata scelta The vanishing
race, Navajo di Edward S. Curtis, che rende molto bene l’atmosfera
polverosa e desolata di questo secondo capitolo degli Spanish Johnny. E’ in questo contesto che vanno lette la riscrittura
musicale di Born In The U.S.A., le citazioni di Growin’ Up e Point Blank, che insieme agli altri
brani vanno a comporre un insieme di storie dense di poesia come nel caso de La Mia Cellula di Guardia, nella quale
brilla l’istrionica voce di un Ducoli in versione luciferina o dell’evocativa
Natale 1890. (Blogfoolk) |
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(VI-2006, artisti vari; Ducoli – Curidùr) |
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(2006; Brother K; realise album; UNPUBLISHED) |
(2006) |
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PREMIO CITTÀ
DI RECANATI (XVII-2006,
artisti vari; Brother K – Disarmonia) |
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(2006;
Beppe Donadio) |
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(2006; Spanish Johnny) |
L’impatto rock dei vari brani è travolgente e in questo
senso fondamentale ci sembra l’apporto di Enrico Vezzoli alias Henry Dakota,
che impreziosisce con i vari brani con i suoi interventi al piano, al
trombone e alla fisarmonica. Tra i vari brani brillano l’eccellente cover di Jokerman di Bob
Dylan e gli splendidi originali Zabulon e Demas, entrambe caratterizzate da arrangiamenti eccellenti
e da una scrittura che rimanda a Steve Earle. (Blogfoolk) |
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(2005;
Pierangelo Manenti) Cromo Inverso è un progetto musicale che nasce
dall’incontro di Manè e Valerio Gaffurini con il
cantautore camuno Alessandro Ducoli, ovvero tre persone diverse, tre
personalità diverse ma con un unico fine da conseguire, un grande disco.
L’album è la realizzazione del cammino fatto insieme dai tre musicisti che
hanno tentato di far confluire sonorità progressive e new wave in un rock dai
tratti colti in cui lo spleen di Rafflesia va a braccetto con i testi introspettivi tipici
dello stile di Ducoli. Il disco composto da otto brani più una
bonus track, si caratterizza come un viaggio
onirico in cui poesia, rock e suggestioni prog
avvolgono l’ascoltatore fin dalle prime note. (Blogfoolk) |
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(V-2005, artisti vari; Ducoli – Trapèla ‘l sère) |
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(2004; Brother K; pre-release album; UNPUBLISHED) |
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(IV-2004;
La Banda del Ducoli – Mosèt) |
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FESTIVAL
DI MANTOVA (2004,
artisti vari; La Banda del Ducoli – Nina) |
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PREMIO
CITTÀ DI RECANATI (xv-2004,
artisti vari; La
Banda del Ducoli – A proposito di
questi giorni) |
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(2004; My Uncle the Dog) |
Tonight's The Day, è senza dubbio un omaggio a Neil
Young, considerando anche il fatto che il brano che apre il disco è proprio
quella Tonight's The Night che tanto piace a noi fan
del Loner canadese. Tuttavia l'ascolto rivela una
band più vicina ai Bed Seeds di Nick Cave che ai Crazy Horse, sarà per i testi crudi,
sarà per l'uso grattugiato delle chitarre ma l'alchimia tra Bogartz e Ducoli ci mostra le potenzialità enormi di
questo progetto. Un disco prezioso dai cui solchi sgorga un magma sonoro che
infuoca la notte come un alba alcolica, in cui
emergono i ricordi oscuri di qualche ora prima. Scenari gotici, incontri
voodoo, divinità canine, donne misteriose emergono tra chitarre impazzite,
come schegge incontrollate vanno a conficcarsi nei pensieri in uno scenario
post-psichedelico. (Blogfoolk) |
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(2003;
La Banda del Ducoli) |
Banda del Ducoli: la magia è assoluta. Chissà quando
verrà riconosciuto degnamente il talento di Alessandro Ducoli? Cantautore
ricco di energia Rock, ma anche scrittore finissimo e poetico, il musicista
di Breno ha degnamente assorbito la lezione di De Andrè,
Dalla, Rino Gaetano, Paolo Conte, insomma il meglio dei grandi autori
italiani. Ducoli è un uomo di montagna, che per vivere spegne incendi nei
boschi (come Kerouac in “Angeli di desolazione”), dominato comunque dalla
smania di vagabondare territori musicali diversi. A suo agio tra Rock, Folk, Reaggea, spruzzate di Jazz, malinconie Blues, assecondato
da una band (Massimo Saviola al basso e alla direzione musicale, Arcangelo
Buelli alla batteria e dietro la console di registrazione, Lorenzo Lama alle
chitarre e Renato Saviori al pianoforte) che è più
una fratellanza di amici che un collettivo musicale (tipo E Streeters, per intenderci) in questo disco estrae dal
cappello magie assolute, brani che si scolpiscono nella memoria. (Paolo Redaelli; 2004) |
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(2001;
La Banda del Ducoli) |
Bella e complicata l’anima (musicale) di Alessandro Ducoli, tentata tanto dalle dissolutezze di certo Rock and Roll sulle tracce di Lou Reed e Neil Young, inseguite con Bacco il Matto, quanto da dissoluti vagabondaggi alla ricerca dell’ultimo bar aperto, con il mangianastri della macchina a sfiatare i versi di Ciampi, Gaetano e Capossela. Questi sono i vagabondaggi che Ducoli racconta nei suoi album solisti, già tre ai quali oggi si aggiunge Anche io non posso entrare. Un album bello e complicato come il suo autore, denso di suoni e tensioni, scomodo nella sofferta dinamica tra urgenza espressiva, quasi prepotente, e ricerca di sintesi, piacevolmente evidente nella cura minuziosa degli arrangiamenti, dei toni e dei colori di ogni singolo intervento, strumentale o vocale. Mauro Eufrosini (JAM – Ottobre
2001) |
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(2000,
artisti vari; Bartolino's) |
(2000;
Bacco il Matto) |
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(1999;
Bacco il Matto) |
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(1999) |
Ducoli è un cantautore dai toni a volte allegri, anche se mai spensierati, a volte malinconici, come nel caso di una delle canzoni migliori del disco, "Francesca". Particolare attenzione meritano più o meno tutti i brani, ma soprattutto "Ridendo e baciando", "Il soldato dell'amore", in cui Ducoli ribadisce ancora una volta il suo punto di vista sui rapporti con l'altro sesso, “Rosa”, che poteva fungere da "trailer" per il disco nel caso che un lungimirante discografico avesse ascoltato il CD e avesse deciso di investire qualcosa in questo progetto (vista l'intelligenza media dei discografici italiani, paragonabile a quella di una gallina acefala, ci credo molto poco). (Doppio Che, ottobre 2000) |
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(1997) |
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PUBLIC
HOUSE – LIVE (1996,
artisti vari; Bacco il Matto) |
GIRO
L’ANGOLO (1996;
Fabio Granzotto) |
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SOPRA I
MURI DI QUESTA CITTÀ (1995;
demotape) |
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ROSSO (1994;
demotape) |
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Ducoli’s web site © feb 2007. For any contact: ducoli.71@gmail.com |