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Per un pugno di sale (2019) 100 cartucce Il cane con gli stivali Il sentiero dei fiori Sui nostri passi (2016) Not dè
guéra El Gnaro La miniera Contemplasiù Valtrompank Accensione a strappo Per me tè het Stella alpina Rabia La sciura del gal Il nuovo inverno Piompo, ferro e chitarre (2013) Piombo, ferro e chitarre Ti offro una moneta Io non cambierò il mondo Aggiungo fumo al fumo Stanco di aspettare Stella alpina Itala Medusa L’ora di dormire Quàrt dé lüna (2011) Bus (d minor) Nardo Quart de luna Rino il contadino Hota le corne Il gabbiano Copel Not dè
guéra Vegnet a fà Ciao butiga Preseglie Bus 18/24 (e minor) The Blue Angel LA SELVAGGI BAND CAMBIA LINGUAGGIO, MA NON CAMBIA
TERRA. A DISTANZA DI TRE ANNI DALL’ULTIMO LAVORO DIALETTALE, L’ACCLAMATO
“QUÀRT DÉ LÜNA”, LA BAND VALTRIUMPLINA TORNA CON UN ALBUM NUOVO DI ZECCA
CANTATO IN ITALIANO. STORIE DI PAESE, STORIE DI PROVINCIA, STORIE
D’OGNI DOVE. UN CONCEPT DI NOVE CANZONI QUESTO “PIOMBO, FERRO E CHITARRE”
DOVE, GIÀ NEL TITOLO, SI INTUISCE LA NECESSITÀ DI RIVENDICARE CON FORZA LE
PROPRIE ORIGINI VALLIGIANE, PUR SENZA DIMENTICARE QUEL SENSO DI LIBERTÀ CHE
PUÒ DARE UNA CHITARRA. UNA BAND DA CANTARE, DA BALLARE, DA SEGUIRE…
OVUNQUE DECIDANO DI MUOVERE LE COORDINATE DELLE LORO CANZONI. (Maximilian
Dutchman, Lisbona dicembre 2013) Prodotto dalla Selvaggi Band. Musiche di Giovanni
Pintossi. Arrangiamenti a cura della Selvaggi Band e di Enrico Mantovani
(1.4.5.6.8.9). Registrato, mixato e masterizzato da Valerio Gaffurini e Paolo
Costola (Mac Wave Studio, XTR Studio, Bs). Grafica
di Armando Bolivar. *The Blue Angel (Anna Massie).
Hanno suonato: Alberto Pavesi (batteria), Marco Foccoli
(basso), Davide Boccardi (violino), Giovanni
Pintossi (voce, chitarre, basso, mandolino, dobro,
violino), Roberto Bettinsoli (chitarre, cori),
Enrico Mantovani (chitarre e pedal steel), Stefano Grazioli (clarinetto, baghét
e red pipe), Christian Guerra (sax), Doriano Zappa
(trombone), Paolo Malacarne (tromba), Valerio Gaffurini (pianoforte, hammond, programming), Laura
“Lalla” Domeneghini e Alessandro Ducoli (cori). VITA DA “SELVAGGI” Il secondo lavoro discografico della “Selvaggi
Band” segue il fortunato disco d’esordio En dialèt,
rafforzandosi con collaborazioni di assoluto livello con l’Enrico Mantovani,
Alessandro Ducoli, Valerio Gaffurini, Paolo Costola, Enrico Catena, Alberto
Pavesi e Christian Rocco. Quàrt del Lüna è un lavoro completo, che segna un loro concreto
salto di qualità, in cui gli schemi classici del folk-rock sono arricchiti
dall’utilizzo di strumenti etnici e di ricerca sonora quali il baghèt, l’ocarina, i flauti, il mandolino e il ciarango. Attivi da vent'anni sulla scena folk-rock
bresciana, la “Selvaggi Band” si ispira alla canzone d'autore dialettale
italiana, sia nelle sua forme più elevate che in
quelle più guascone e scanzonate. Nelle loro canzoni si possono trovare
riferimenti alla scuola milanese dei primi anni sessanta (Jannacci, Gaber,
Svampa, Medici), ma anche alle più recenti forme della canzone dialettale dei
bresciani Cinelli e dell'orobico Van De Sfroos. Piccoli episodi in forma di
musica e parole, a costruire una storia che partendo dalla “Valle del ferro”,
la Val Trompia, si spostano continuamente di latitudine per raccontare follie
e romanticherie di personaggi e luoghi non sempre comuni. In questi ultimi
anni li ho seguiti spesso nell'ambito della kermesse bresciana Goy de cöntala, a cui tra
l'altro hanno sempre regalato grandi canzoni, e un loro nuovo disco di loro
canzoni era comunque la cosa più attesa. (Maximilian Dutchman, Lisbona maggio
2011) |
LYRICS Cento Cartucce Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni
Fabrizio Pintossi Sulle montagne … di questo infinito Ci stanno i colori … di tutti i tuoi fiori Ci sono le voci … le più silenziose Sopra le cime … di ghiaccio e granito Partito a settembre … mandato in colonna Con cento cartucce … e due bombe a mano Il mio capitano … è sempre davanti Fratello d’Italia … ragazzo dei monti Gli
ardimentosi fratelli soldati I
più coraggiosi di tutte le valli Sento
le voci dei nostri caduti Erano
Alpini … ragazzi e fratelli Quando l’inverno … verrà al Garibaldi La sua bandiera sarà il Tricolore Verdi le valli … di larice e luce Bianca è la neve … ma rosso è l’amore l sentiero dei fiori Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni
Fabrizio Pintossi Il primo raggio di sole Che scioglie questa neve Sulla cima di Lagoscuro Sulle rive delle paghere Questa guerra finirà… passerà come l’inverno E la lucciola dei ghiacci… tornerà Il sentiero delle cime… tra le rocce del granito Tra i fucili dei soldati… tra le croci dei caduti Questa guerra finirà… passerà come l’inverno Torneranno mille fiori…
anche per noi L’inverno sta finendo … sulle facce dei ragazzi Siamo stanchi di morire per la guerra Se riesco a ritornare… giuro che ti sposerò Il sentiero dei colori… tra le rocce cresce il fiore Presto lo raccoglierò… questa volta per amore Questa guerra finirà… passerà come l’inverno Torneranno mille fiori…
anche per te L’inverno sta finendo … sulle facce dei ragazzi Siamo stanchi di morire per la guerra Se riesco a ritornare… giuro che ti sposerò Giuro che ti sposerò … Giuro che presto da te tornerò… Il primo raggio di sole… che scioglie questa neve Sulla cima di Lagoscuro… sulle facce
dei ragazzi Questa guerra finirà… passerà come l’inverno E la lucciola dei ghiacci… tornerà Il cane con gli
stivali Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni
Fabrizio Pintossi Hanno preso tutta la tua fantasia Per rivenderla al mercato di Milano Hanno messo il nuovo un prezzo al tuo sorriso Nello show televisivo … più mondano C’è una strega che sorride a bocca larga Lo stregone che si lucida le mani Vedo un diavolo che ride mentre guarda Ma il tuo cane che si accorge non la smette di abbaiare Ma com’è pura la tua dolce ingenuità Come un pesce vuole solo libertà Non pensare a cosa pensano di te Ciccio bombo cannoniere … c’ha tre buchi nel sedere Come un piccolo torrente in mezzo al bosco Che potrebbe dissetare tutto il mondo Sono piccole le gocce in
mezzo al mare Sono piccole le ali ma sapranno navigare Un pallone con un calcio arriva al cielo Ma si ferma sulle nuvole d’aprile Passa il vento … spazza via tutto il cortile Cade il ramo e cade il mondo … sulla testa di zio Piero Il nuovo inverno (01 gennaio 2016) Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni
Fabrizio Pintossi Arriverà l’inverno … ghiaccio dentro il fiume Aspetterò la neve … è forse l’anno giusto La luna sulla cima … il larice si spoglia Gennaio non si cura della mia … malinconia La volpe si nasconde … scappando dalle strade Lontano dal cemento … lontano dalle case Cercando un po’ di neve … ma l’anno non è buono Gennaio non si cura della sua … nuova paura Ragazzi nel cortile del centro commerciale Nessuno che li avverte … l’inverno alle mie porte Ma resterò a guardare … tra poco sarà sera Gennaio non si cura di aspettare …. e di passare La gente sta cambiando … si dice che è normale Anch’io sono diverso … non faccio più la guerra Rimango alla finestra … e osservo i suoi colori L’inverno non si cura di ascoltare … e di pensare Inverno
… cattivo Nasconde
i suoi colori Inverno
che ride della mia fragilità Inverno
… senza neve Stagione
senza cuore Gennaio
non si cura della mia … ingenuità Riscalderò
le guance … stringendomi alle tue Gennaio
non si cura della mia … malinconia Piombo ferro chitarre
(28 febbraio 2013) Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi La mia chitarra è un fucile La mia chitarra è un pugnale Suona canzoni d’amore Per quelli che gli sanguina il cuore La mia chitarra è una voce La mia chitarra è il pensiero Canta canzoni di fuoco Per quelli che non l’hanno perduto La mia chitarra ha due ali La mia chitarra ha le vele Suona canzoni di vento Per quelli che rimangono contro La mia chitarra è un colore Un arcobaleno nel cielo E suona canzoni di pioggia Per quelli che hanno sete di gocce Tu
non lasciarmi cadere Ho
bisogno che mi prendi per mano Tu
non lasciarmi partire Tienimi
sempre con te … Ti offro una moneta (27 febbraio 2013) Testo: Alessandro Ducoli, Giovanni Fabrizio Pintossi Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi Ho le mani consumate dalla vita e dal lavoro La mia faccia non ha voglia di parlare Dentro agli occhi si è fermata un po’ di polvere E il ricordo di un amore troppo grande per passare Ho le gambe che non sanno più riuscire a navigare La mia schiena vuole solo riposare Mentre guardo che prosegui come fanno gli aeroplani Dentro al cielo si è fermato l’aquilone Ho ripreso la chitarra tra le dita questa sera Ho bisogno di cantarti una canzone Ho pensieri nella testa che non sanno andare via Come il bacio che diceva “amore addio” Io
ti offro una moneta… non ho niente
altro amore Ho
una goccia di diamante in fondo al cuore Come
l’acqua che si scioglie dalla neve Come
il vento che si muove sopra i fiori delle cime Come
quello che non sono stato mai Passo
a prenderti stasera se mi vuoi Io non cambierò il
mondo (28
febbraio 2013) Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi Io non lo cambierò il mondo, io non lo cambierò mai Io sono un piccolo uomo, io non lo cambierò mai Io non lo cambierò il vento, io non lo cambierò mai Sono la piccola vela, io non lo cambierò mai Io non lo cambierò il tempo, io non lo cambierò mai Sono la piccola ora, io non lo cambierò mai Io non lo cambierò il sogno, io non lo cambierò mai Sono la piccola stella, io non lo cambierà mai Io non lo cambio l’amore, io non lo cambierò mai Io sono un piccolo cuore, io non lo cambierò mai Io non lo cambierò l’uomo, io non lo cambierò mai Io sono ancora bambino, io non lo cambierò mai Aggiungo fumo al fumo
(28 febbraio 2013) Testo: Alessandro Ducoli, Giovanni Fabrizio Pintossi Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi Non me la sento di proseguire Non ci riesco, mi viene più male Nella tazzina mi mettono il sale Non ho più voglia di starli a sentire Non mi diverto, non è un carnevale Sembra che facciano il mio funerale Non incolpatemi ancora una volta Lo dico sempre, nessuno mi ascolta Non sono io che ha deciso chi parte Non ho deciso nemmeno chi resta Non mi diverto, non sembra una festa Ne sono certo non è quella giusta Non è più acqua, non voglio più bere Non è più niente, non voglio mangiare Non è più santa la rivoluzione Ma chi la canta la nostra canzone Tutti
ne parlano per non parlare Tutti
lo sanno per non sapere Tutti
la cantano per non cantare Tutti
la pregano per non pregare E
mentre il fumo continua a salire… Tu
non guardarlo non lo respirare Se
chiudi gli occhi puoi anche sognare… ma non lo dire… Non
ci pensare, non
farti capire Stanco di aspettare (4 marzo 2013) Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi Le primule nei prati ed i miei sogni complicati Sono il segno che febbraio se n’è andato Uno, centodieci e le infinite settimane Non ho avuto molto tempo per capire Bruciano le foglie dell’inverno nel giardino Non ricordo com’è corta la fortuna Pulirò il camino e nuovi legni per la porta Taglierò la prima quercia, è buona luna Ho un fucile nell’armadio ed un coltello dentro al cuore Ho capito che l’amore non è l’odio Ho piantato nuovi fiori nella terra, sono chiari Ma per l’orto aspetterò giorni migliori Ecco
cosa accade quando il tempo non si muove Perché
piove sulle valli a primavera Il mio
cuore spento non ne vuole più sapere E
sono stanco… stanco di aspettare La
me pìca… la me pìca … la me pica la passiù… La
me pìca … la me pìca … la me pica la passiù… La
me pìca … la me pìca … la me pica la passiù… La
me pìca … la me pìca … la me pica la passiù… Ecco
cosa accade quando il tempo non si muove Perché
piove sulle valli a primavera Il
mio cuore spento non ne vuole più sapere E
sono stanco… di aspettare Stella alpina (24 febbraio 2013) Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi Tutte le stelle che cadranno alla sera Sono dentro nei sogni delle nostre bambine Tutte le stelle della mia primavera Sono stelle fiorite… sono le stelle alpine Tutte le stelle che vedremo alla sera Sono i sogni segreti delle nostre morose Tutte le gocce che cadranno dal cielo Sono pane del mondo… che dissetano il fiore Sulle
guance dolcissime di questa bambina Stanno
i raggi del sole, quelli del mio mattino Tra
i capelli preziosi che raccolgono il fiore Sono
grandi sorrisi della mia stella alpina Itala e i sogni (27 febbraio 2013) Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi Le calze sono stese sopra ai fili del terrazzo Finestre ancora chiuse, te lo giuro sono pazzo E sono io… voglio essere il ragazzo Io ti vedo che cammini anche quando non ci sei Poi ti penso che mi cerchi e sono certo che mi vuoi E sono io… sono quello che non hai Passano le nuvole sui tetti dell’Italia Volano le ballerine in aria a primavera E sono io… che non so più aspettare Itala è la valle che vorremmo conquistare Noi che siamo quelli che hanno fatto il militare Siamo noi… noi Alpini per amore E
notti intere che i miei sogni sono guai Notti
scure che non so… tu dove sei Medusa (1 marzo 2013) Testo: Giovanni Fabrizio Pintossi, Alessandro Ducoli Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi Hai due occhi che brillano come diamanti Occhi che fuggono e vanno via come lampi Occhi… ma che occhi !!! sono la tua innocenza Mi sfiorano i tuoi occhi …. e poi mi lasciano senza Occhi di tarocchi che il futuro è incertezza Sono occhi marroni che mi danno certezza Occhi neri neri neri
come quelli di strega Che mi tagliano a pezzetti sul tuo letto di seta Occhi turchini come il cielo di maggio Sono occhi bagnati per un raggio di sole Occhi che parlano e raccontano il giorno Sono occhi che si chiudono ad entrare nel sogno Occhi di bambina… occhi di sirena Sono occhi che si fermano a sentire la sera Hai due occhi di fuoco che mi scaldano dentro Sono occhi da baciare fino dal primo incontro La
preziosa Sono
il cieco che ti tocca sulle labbra per capire chi sei La
mia sposa Sono
l’unico poeta sbagliato a cui non credere mai Occhi bugiardi Occhi di pirati Occhi di uragano … occhi di ciclone Occhi sognanti … piangenti … vibranti Occhi desiderati … occhi allineati … e sistemati… occhi
desiderati L’ora di dormire (11 marzo 2013) Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi Eccola qui… la mia bambina Con il suo cane e le sue guance di pane Vuole sognare… si dice “amore” Si dice “piccola” la mia fortuna Ma
questa luna in mezzo al cielo Tutte
le stelle le proteggerà Alle
tue ali ci penso io … amore mio… Piccolo fiore… è un pettirosso Muove le ali come fosse una farfalla Un-due-tre stella… potrai giocare Con i tuoi sogni… e non avere paura Che
questa luna in mezzo al cielo Tutte
le stelle le proteggerà Alle
tue ali ci penso io Dalla
tempesta le proteggerò La
nostra luna in mezzo al cielo Tutte
le stelle le proteggerà Lascia
che i sogni facciano il gioco Di
chi ha capito che l’amore non è poco BUS 18/24 Testo: Alessandro Ducoli, Giovanni Fabrizio Pintossi Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi Fermo alla fermata aspetto l’ultima corriera Grido a tutti «state fermi, sono il primo e vado avanti» Sono qui da quasi un’ora e non vorrai fregarmi il posto sul
pulmino… Tu non ci crederai ma è una guerra lo sai Che per andare a scuola mi svegliavo alle 6… «Ciapa ‘l gübì,
l’abonamént e föra de cà.» Mario “Crapa Dura” era l’autista più veloce C’era Sergio “Muso Triste” che saltava le fermate C’era quello mezzo matto che scaldava la corriera di
risate Tu non ci crederai… sono un mito per noi Questa è una canzone scritta solo per voi Prima, seconda, salita, la marcia che gratta è partita… ormai… Viaggio di sera…
se non trovi il posto “Resta n’ pe” Una signora se
non trova il posto “Ghè do l’ me” Chi non si ricorda quell’autista leggendario Che scaldava il suo motore accelerando per due ore C’era il mezzo che gridava «Maledetto te l’ho detto, chesto màt ‘l mé fà mörer» Tu non ci crederai ma siam cresciuti con lui E adesso che non c’è lo rivorremmo con noi L’ombrello, i guanti, lo zaino «…quàte
ròbe gò desmentegàt» Storie di corriere, storie vere di paese Storie ferme e di passaggio storie di persone in viaggio Storie con un menestrello che si chiama bus 18/24 Se ci credi vedrai, sono storie per noi Se lasci un po’ il motore non te ne pentirai Tu sali, ti siedi e rivedi passare le ore di ieri… come ieri Quàrt dé lüna Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi I dìh che luna l’è buna, ‘l quàrt che fa buna la legna L’encànt la troàt
la candéla La zent l’ha cambiàt
la ho storia ‘n quàrt apena ‘l bosc l’ha perduto la foglia, I dìh che l’è pronta la legna La hstoria la dìh
che taià che la buna, (‘l) vòl
dì lagà chela magra Sono i segni che
ho sulla fronte e sulle mani Sono quelli che
ho sulle braccia sulla schiena Sono i segni che
ho preso dal monte per scambiare la fortuna Sono quelli di
tutti gli inverni e della luna I dìs che non serve cambiare che la
storia la può continuare Taca la squadra che arriva l’inverno Prepara la sporta che arriva la luna a dicembre Il bosco ha perduto la foglia, l’arsia
la pagàt la hso colpa La gente dimentica presto che tutte le storie le a rishpetade e regordade Copél Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi Còpa ‘l franghen, còpa
‘l manghen Còpa ‘l gàt e còpa
‘l màt Còpa l’orghen e po’ a la merla Còpa ‘l vecio co’ la zerla Còpa ‘l ciòt e l’amoròt Còpa ’l prét e copei
töch Còpa ‘l Franco e po’ a Còpa ‘l mùt… te
l’ìe dìt… Còpa ‘l gal e còpa
‘l màl Còpa ‘l treno e la farfisa Còpa ‘l vèt e copa
‘l hi Còpa ’l pic e ‘l
cùa longa Còpa ‘l hàat e
‘l ciàpa onda Còpa ‘l làt e po’ ‘al fiurìt Copà ‘l carèt e po
‘l hambüc… Còpa ‘l sciòr e po’ la sciura Còpa ‘l verem… còpen
dù Còpa ‘l mórt e còpa
‘l dùrt Còpa ‘l ciòc e l’ lingerù Tira te che tìre a me Tràga hùra e tràga
hòta Bim, bum, bam, ghe
tire a lü Bim, bum, bam, tiròm
‘n dù Fàga fà chèla borela, burlà déter la padèla Faga fa l’ultimo salto, fai un salto e fanne un altro Viva secula seculorum, brutto
diavolo cattivo… Per omnia popula populorom, tiragli
ancora se resta vivo… RINO Testo: Alessandro Ducoli, Giovanni Fabrizio Pintossi Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi Sotto il peso del fumo nero che mi sfiora la pelle … non
riesco a dormire Sogno di macchine grandi … motori pesanti … dove andremo a
finire? Acqua che non è più acqua … ma dov’è la sorgente non riesco
più a bere Neve in estate … caldo in inverno … dove sei? … non riesco a
vedere … L’uomo lo vedo distante … fa troppe domande … non vuole capire
… L’uomo non vuole cambiare ma cambia le carte per non sentire … In questo mondo particolare mi servono le ruote per camminare I raggi di sole adesso fanno male … aria nera nera da respirare Oltre quel fiume c’è un sentiero fiorito può portarci lontano
lo sai Oltre l’incrocio la fabbrica aperta … fiori di plastica e guai
… Domande confuse … le scuse importanti di uomini artificiali Meglio pascolare le vacche … senza cravatte e con du stìai Parlom mia de politica … e de multinasciunai
… Làga fora la polemica … mia che nòm che
a finì mal? Il gabbiano (9 ottobre 2010) Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi Scivola il vento tra le case e la scuola Scivola ancora… mette quasi paura Vola il gabbiano vola via da occidente Libero è l’orizzonte, ora… io non ho più paura Tutto può diventare come polvere e fango Passa da Montenero, passa via dal Rio Grande Voce della foresta, voce nella tempesta Cantami la canzone, ancora… c’è una luce di festa Bambino del mondo, anima della terra Figlio e maestro, hai condannato la guerra L’hai guardata passare sulle onde del fiume Come il grande guerrigliero, amore… com’è grande la luna “Nos pertenece”, padre nostro
fratello Astro della manhana sarà dolce la
stella Nella notte dell’inverno… dentro questo orizzonte Vola come il gabbiano, ancora… vola verso occidente Preseglie Testo: Alessandro Ducoli Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi Nìgoi che'ì ve ‘n ha
de Ider i fa ègner dè rìder, de rìder amò Nìgoi che'ì ve ‘n ha
de Biù, nigoi che i fa
del bù, che'ì rebàlta i muntù Nìgoi che'ì paha
e che po’ i turna ‘ndré … i'è
hamach come gach e putì Nìgoi d’istàt, ì fà
tremà la paghera … la póra, la héra e la miniera ... Nìgoi che'ì quàrcia
dò le hìme dei mucc, i camìna hö strade dé bosch Nìgoi che'ì rüga
e che’ì hinhiga i dùrcc, nìgoi che’i hmorha ‘l föch Nìgoi che ùla come ‘ö roh
dè hèrlode … vanno via
per tornare ad aprile Nuvole in viaggio, sono nuvole a maggio, sono fieno e sono
tralcio di poggio Preseglie che
dorme quando scende la sera Che si sveglia e
sorride al mattino Profumo di terra,
di lavanda e fiori Posso darti un
bacio … posso averne uno? Nìgoi che'ì dórma,
hüra ‘l cièl töte stèle, l’aurora l’è ciara ‘n d’i occ Nìgoi che'ì bagna le strade e la zét,
l’Eleonora la dìs che la öl
… L’ha dìs che la pioggia è quasi come
l’amore … porterà nuovi fiori nei prati Porterà via la guerra e nutrirà questa terra, erano giovani tutti
i nostri soldati Passa via il
forestiero, che ha cercato la stella Che ha trovato la
stalla e il bambino Saluta Preseglie,
che la favola passa … Per tornare … con
le buone stagioni Preseglie che
dorme quando scende la sera Che si sveglia e sorride
al mattino Profumo di terra,
di lavanda e fiori Posso darti un
bacio … posso averne uno? |
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