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Per un pugno di sale

(2019)

100 cartucce

Il cane con gli stivali

Il sentiero dei fiori

 

 

Sui nostri passi

(2016)

 

Not guéra

El Gnaro

La miniera

Contemplasiù

Valtrompank

Accensione a strappo

Per me tè het

Stella alpina

Rabia

La sciura del gal

Il nuovo inverno

 

LISTEN

 

Piompo, ferro e chitarre

(2013)

 

Piombo, ferro e chitarre

Ti offro una moneta

Io non cambierò il mondo

Aggiungo fumo al fumo

Stanco di aspettare

Stella alpina

Itala

Medusa

L’ora di dormire

 

LISTEN

 

Quàrt lüna

(2011)

 

Bus (d minor)

Nardo

Quart de luna

Rino il contadino

Hota le corne

Il gabbiano

Copel

Not guéra

Vegnet a

Ciao butiga

Preseglie

Bus 18/24 (e minor)

The Blue Angel

 

LISTEN

 

www.selvaggiband.com

giovannipintossi@gmail.com

 

 

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Selvaggi14

 

LA SELVAGGI BAND CAMBIA LINGUAGGIO, MA NON CAMBIA TERRA. A DISTANZA DI TRE ANNI DALL’ULTIMO LAVORO DIALETTALE, L’ACCLAMATO “QUÀRT DÉ LÜNA”, LA BAND VALTRIUMPLINA TORNA CON UN ALBUM NUOVO DI ZECCA CANTATO IN ITALIANO.

STORIE DI PAESE, STORIE DI PROVINCIA, STORIE D’OGNI DOVE. UN CONCEPT DI NOVE CANZONI QUESTO “PIOMBO, FERRO E CHITARRE” DOVE, GIÀ NEL TITOLO, SI INTUISCE LA NECESSITÀ DI RIVENDICARE CON FORZA LE PROPRIE ORIGINI VALLIGIANE, PUR SENZA DIMENTICARE QUEL SENSO DI LIBERTÀ CHE PUÒ DARE UNA CHITARRA.

UNA BAND DA CANTARE, DA BALLARE, DA SEGUIRE… OVUNQUE DECIDANO DI MUOVERE LE COORDINATE DELLE LORO CANZONI.

(Maximilian Dutchman, Lisbona dicembre 2013)

 

 

 

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Prodotto dalla Selvaggi Band. Musiche di Giovanni Pintossi. Arrangiamenti a cura della Selvaggi Band e di Enrico Mantovani (1.4.5.6.8.9). Registrato, mixato e masterizzato da Valerio Gaffurini e Paolo Costola (Mac Wave Studio, XTR Studio, Bs). Grafica di Armando Bolivar. *The Blue Angel (Anna Massie). Hanno suonato: Alberto Pavesi (batteria), Marco Foccoli (basso), Davide Boccardi (violino), Giovanni Pintossi (voce, chitarre, basso, mandolino, dobro, violino), Roberto Bettinsoli (chitarre, cori), Enrico Mantovani (chitarre e pedal steel), Stefano Grazioli (clarinetto, baghét e red pipe), Christian Guerra (sax), Doriano Zappa (trombone), Paolo Malacarne (tromba), Valerio Gaffurini (pianoforte, hammond, programming), Laura “Lalla” Domeneghini e Alessandro Ducoli (cori).

 

VITA DA “SELVAGGI”

Il secondo lavoro discografico della “Selvaggi Band” segue il fortunato disco d’esordio En dialèt, rafforzandosi con collaborazioni di assoluto livello con l’Enrico Mantovani, Alessandro Ducoli, Valerio Gaffurini, Paolo Costola, Enrico Catena, Alberto Pavesi e Christian Rocco. Quàrt del Lüna è un lavoro completo, che segna un loro concreto salto di qualità, in cui gli schemi classici del folk-rock sono arricchiti dall’utilizzo di strumenti etnici e di ricerca sonora quali il baghèt, l’ocarina, i flauti, il mandolino e il ciarango.

Attivi da vent'anni sulla scena folk-rock bresciana, la “Selvaggi Band” si ispira alla canzone d'autore dialettale italiana, sia nelle sua forme più elevate che in quelle più guascone e scanzonate. Nelle loro canzoni si possono trovare riferimenti alla scuola milanese dei primi anni sessanta (Jannacci, Gaber, Svampa, Medici), ma anche alle più recenti forme della canzone dialettale dei bresciani Cinelli e dell'orobico Van De Sfroos. Piccoli episodi in forma di musica e parole, a costruire una storia che partendo dalla “Valle del ferro”, la Val Trompia, si spostano continuamente di latitudine per raccontare follie e romanticherie di personaggi e luoghi non sempre comuni. In questi ultimi anni li ho seguiti spesso nell'ambito della kermesse bresciana Goy de cöntala, a cui tra l'altro hanno sempre regalato grandi canzoni, e un loro nuovo disco di loro canzoni era comunque la cosa più attesa.

(Maximilian Dutchman, Lisbona maggio 2011)

 

 

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LYRICS

Cento Cartucce

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Sulle montagne … di questo infinito

Ci stanno i colori … di tutti i tuoi fiori

Ci sono le voci … le più silenziose

Sopra le cime … di ghiaccio e granito

Partito a settembre … mandato in colonna

Con cento cartucce … e due bombe a mano

Il mio capitano … è sempre davanti

Fratello d’Italia … ragazzo dei monti

 

Gli ardimentosi fratelli soldati

I più coraggiosi di tutte le valli

Sento le voci dei nostri caduti

Erano Alpini … ragazzi e fratelli

 

Quando l’inverno … verrà al Garibaldi

La sua bandiera sarà il Tricolore

Verdi le valli … di larice e luce

Bianca è la neve … ma rosso è l’amore

 

l sentiero dei fiori

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Il primo raggio di sole

Che scioglie questa neve

Sulla cima di Lagoscuro

Sulle rive delle paghere

Questa guerra finirà… passerà come l’inverno

E la lucciola dei ghiacci… tornerà

Il sentiero delle cime… tra le rocce del granito

Tra i fucili dei soldati… tra le croci dei caduti

Questa guerra finirà… passerà come l’inverno

Torneranno mille fiori…  anche per noi

L’inverno sta finendo … sulle facce dei ragazzi

Siamo stanchi di morire per la guerra

Se riesco a ritornare… giuro che ti sposerò

Il sentiero dei colori… tra le rocce cresce il fiore

Presto lo raccoglierò… questa volta per amore

Questa guerra finirà… passerà come l’inverno

Torneranno mille fiori…  anche per te

L’inverno sta finendo … sulle facce dei ragazzi

Siamo stanchi di morire per la guerra

Se riesco a ritornare… giuro che ti sposerò

Giuro che ti sposerò …

Giuro che presto da te tornerò…

Il primo raggio di sole… che scioglie questa neve

Sulla cima di Lagoscuro… sulle facce dei ragazzi

Questa guerra finirà… passerà come l’inverno

E la lucciola dei ghiacci… tornerà

 

Il cane con gli stivali

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Hanno preso tutta la tua fantasia

Per rivenderla al mercato di Milano 

Hanno messo il nuovo un prezzo al tuo sorriso

Nello show televisivo … più mondano

 

C’è una strega che sorride a bocca larga

Lo stregone che si lucida le mani

Vedo un diavolo che ride mentre guarda

Ma il tuo cane che si accorge non la smette di abbaiare

 

Ma com’è pura la tua dolce ingenuità

Come un pesce vuole solo libertà

Non pensare a cosa pensano di te

Ciccio bombo cannoniere … c’ha tre buchi nel sedere

 

Come un piccolo torrente in mezzo al bosco

Che potrebbe dissetare tutto il mondo

Sono  piccole le gocce in mezzo al mare

Sono piccole le ali ma sapranno navigare

 

Un pallone con un calcio arriva al cielo

Ma si ferma sulle nuvole d’aprile

Passa il vento … spazza via tutto il cortile

Cade il ramo e cade il mondo … sulla testa di zio Piero

 

 

 

 

 

Il nuovo inverno (01 gennaio 2016)

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Arriverà l’inverno … ghiaccio dentro il fiume

Aspetterò la neve … è forse l’anno giusto

La luna sulla cima … il larice si spoglia

Gennaio non si cura della mia … malinconia

La volpe si nasconde … scappando dalle strade

Lontano dal cemento … lontano dalle case

Cercando un po’ di neve … ma l’anno non è buono

Gennaio non si cura della sua … nuova paura

Ragazzi nel cortile del centro commerciale

Nessuno che li avverte … l’inverno alle mie porte

Ma resterò a guardare … tra poco sarà sera

Gennaio non si cura di aspettare …. e di passare

La gente sta cambiando … si dice che è normale

Anch’io sono diverso … non faccio più la guerra

Rimango alla finestra … e osservo i suoi colori

L’inverno non si cura di ascoltare … e di pensare

 

Inverno … cattivo

Nasconde i suoi colori

Inverno che ride della mia fragilità

Inverno … senza neve

Stagione senza cuore

Gennaio non si cura della mia … ingenuità

 

Riscalderò le guance … stringendomi alle tue

Gennaio non si cura della mia … malinconia

 

Piombo ferro chitarre (28 febbraio 2013)

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

La mia chitarra è un fucile

La mia chitarra è un pugnale

Suona canzoni d’amore

Per quelli che gli sanguina il cuore

La mia chitarra è una voce

La mia chitarra è il pensiero

Canta canzoni di fuoco

Per quelli che non l’hanno perduto

La mia chitarra ha due ali

La mia chitarra ha le vele

Suona canzoni di vento

Per quelli che rimangono contro

La mia chitarra è un colore

Un arcobaleno nel cielo

E suona canzoni di pioggia

Per quelli che hanno sete di gocce

 

Tu non lasciarmi cadere

Ho bisogno che mi prendi per mano

Tu non lasciarmi partire

Tienimi sempre con te …

 

Ti offro una moneta (27 febbraio 2013)

Testo: Alessandro Ducoli, Giovanni Fabrizio Pintossi

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Ho le mani consumate dalla vita e dal lavoro

La mia faccia non ha voglia di parlare

Dentro agli occhi si è fermata un po’ di polvere

E il ricordo di un amore troppo grande per passare

Ho le gambe che non sanno più riuscire a navigare

La mia schiena vuole solo riposare

Mentre guardo che prosegui come fanno gli aeroplani

Dentro al cielo si è fermato l’aquilone

Ho ripreso la chitarra tra le dita questa sera

Ho bisogno di cantarti una canzone

Ho pensieri nella testa che non sanno andare via

Come il bacio che diceva “amore addio”

 

Io ti offro una moneta…  non ho niente altro amore

Ho una goccia di diamante in fondo al cuore

Come l’acqua che si scioglie dalla neve

Come il vento che si muove sopra i fiori delle cime

Come quello che non sono stato mai

Passo a prenderti stasera se mi vuoi

 

Io non cambierò il mondo (28 febbraio 2013)

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Io non lo cambierò il mondo, io non lo cambierò mai

Io sono un piccolo uomo, io non lo cambierò mai

Io non lo cambierò il vento, io non lo cambierò mai

Sono la piccola vela, io non lo cambierò mai

Io non lo cambierò il tempo, io non lo cambierò mai

Sono la piccola ora, io non lo cambierò mai

Io non lo cambierò il sogno, io non lo cambierò mai

Sono la piccola stella, io non lo cambierà mai

Io non lo cambio l’amore, io non lo cambierò mai

Io sono un piccolo cuore, io non lo cambierò mai

Io non lo cambierò l’uomo, io non lo cambierò mai

Io sono ancora bambino, io non lo cambierò mai

 

Aggiungo fumo al fumo (28 febbraio 2013)

Testo: Alessandro Ducoli, Giovanni Fabrizio Pintossi

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Non me la sento di proseguire

Non ci riesco, mi viene più male

Nella tazzina mi mettono il sale

Non ho più voglia di starli a sentire

Non mi diverto, non è un carnevale

Sembra che facciano il mio funerale

Non incolpatemi ancora una volta

Lo dico sempre, nessuno mi ascolta

Non sono io che ha deciso chi parte

Non ho deciso nemmeno chi resta

Non mi diverto, non sembra una festa

Ne sono certo non è quella giusta

Non è più acqua, non voglio più bere

Non è più niente, non voglio mangiare

Non è più santa la rivoluzione

Ma chi la canta la nostra canzone

 

Tutti ne parlano per non parlare

Tutti lo sanno per non sapere

Tutti la cantano per non cantare

Tutti la pregano per non pregare

E mentre il fumo continua a salire…

Tu non guardarlo non lo respirare

Se chiudi gli occhi puoi anche sognare… ma non lo dire…

Non ci pensare,  non farti capire

 

Stanco di aspettare (4 marzo 2013)

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Le primule nei prati ed i miei sogni complicati

Sono il segno che febbraio se n’è andato

Uno, centodieci e le infinite settimane

Non ho avuto molto tempo per capire

Bruciano le foglie dell’inverno nel giardino

Non ricordo com’è corta la fortuna

Pulirò il camino e nuovi legni per la porta

Taglierò la prima quercia, è buona luna

Ho un fucile nell’armadio ed un coltello dentro al cuore

Ho capito che l’amore non è l’odio

Ho piantato nuovi fiori nella terra, sono chiari

Ma per l’orto aspetterò giorni migliori

 

Ecco cosa accade quando il tempo non si muove

Perché piove sulle valli a primavera

Il mio cuore spento non ne vuole più sapere

E sono stanco… stanco di aspettare

La me pìca… la me pìca … la me pica la passiù…

La me pìca … la me pìca … la me pica la passiù…

La me pìca … la me pìca … la me pica la passiù…

La me pìca … la me pìca … la me pica la passiù…

Ecco cosa accade quando il tempo non si muove

Perché piove sulle valli a primavera

Il mio cuore spento non ne vuole più sapere

E sono stanco… di aspettare

 

Stella alpina (24 febbraio 2013)

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Tutte le stelle che cadranno alla sera

Sono dentro nei sogni delle nostre bambine

Tutte le stelle della mia primavera

Sono stelle fiorite… sono  le stelle alpine

Tutte le stelle che vedremo alla sera

Sono i sogni segreti delle nostre morose

Tutte le gocce che cadranno dal cielo

Sono pane del mondo… che dissetano il fiore

 

Sulle guance dolcissime di questa bambina

Stanno i raggi del sole, quelli del mio mattino

Tra i capelli preziosi che raccolgono il fiore

Sono grandi sorrisi della mia stella alpina

 

Itala e i sogni (27 febbraio 2013)

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Le calze sono stese sopra ai fili del terrazzo

Finestre ancora chiuse, te lo giuro sono pazzo

E sono io… voglio essere il ragazzo 

Io ti vedo che cammini anche quando non ci sei

Poi ti penso che mi cerchi e sono certo che mi vuoi

E sono io… sono quello che non hai

Passano le nuvole sui tetti dell’Italia

Volano le ballerine in aria a primavera

E sono io… che non so più aspettare

Itala è la valle che vorremmo conquistare

Noi che siamo quelli che hanno fatto il militare

Siamo noi… noi Alpini per amore

 

E notti intere che i miei sogni sono guai

Notti scure che non so… tu dove sei

 

Medusa (1 marzo 2013)

Testo: Giovanni Fabrizio Pintossi, Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Hai due occhi che brillano come diamanti

Occhi che fuggono e vanno via come lampi

Occhi… ma che occhi !!! sono la tua innocenza

Mi sfiorano i tuoi occhi …. e poi mi lasciano senza

Occhi di tarocchi che il futuro è incertezza

Sono occhi marroni che mi danno certezza

Occhi neri neri neri come quelli di strega

Che mi tagliano a pezzetti sul tuo letto di seta

Occhi turchini come il cielo di maggio

Sono occhi bagnati per un raggio di sole

Occhi che parlano e raccontano il giorno

Sono occhi che si chiudono ad entrare nel sogno

Occhi di bambina… occhi di sirena

Sono occhi che si fermano a sentire la sera

Hai due occhi di fuoco che mi scaldano dentro

Sono occhi da baciare fino dal primo incontro  

 

La preziosa

Sono il cieco che ti tocca sulle labbra per capire chi sei

La mia sposa

Sono l’unico poeta sbagliato a cui non credere mai

 

Occhi bugiardi

Occhi di pirati

Occhi di uragano … occhi di ciclone

Occhi sognanti … piangenti … vibranti

Occhi desiderati … occhi allineati … e sistemati… occhi desiderati

 

L’ora di dormire (11 marzo 2013)

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Eccola qui… la mia bambina

Con il suo cane e le sue guance di pane

Vuole sognare… si dice “amore”

Si dice “piccola” la mia fortuna

 

Ma questa luna in mezzo al cielo

Tutte le stelle le proteggerà

Alle tue ali ci penso io … amore mio…

 

Piccolo fiore… è un pettirosso

Muove le ali come fosse una farfalla

Un-due-tre stella… potrai giocare

Con i tuoi sogni… e non avere paura

 

Che questa luna in mezzo al cielo

Tutte le stelle le proteggerà

Alle tue ali ci penso io

Dalla tempesta le proteggerò

La nostra luna in mezzo al cielo

Tutte le stelle le proteggerà

Lascia che i sogni facciano il gioco

Di chi ha capito che l’amore non è poco

 

BUS 18/24

Testo: Alessandro Ducoli, Giovanni Fabrizio Pintossi

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Fermo alla fermata aspetto l’ultima corriera

Grido a tutti «state fermi, sono il primo e vado avanti»

Sono qui da quasi un’ora e non vorrai fregarmi il posto sul pulmino…

Tu non ci crederai ma è una guerra lo sai

Che per andare a scuola mi svegliavo alle 6…

«Ciapa ‘l gübì, l’abonamént e föra de

Mario “Crapa Dura” era l’autista più veloce

C’era Sergio “Muso Triste” che saltava le fermate

C’era quello mezzo matto che scaldava la corriera di risate 

Tu non ci crederai… sono un mito per noi

Questa è una canzone scritta solo per voi

Prima, seconda, salita, la marcia che gratta è partita… ormai…

 

Viaggio di sera… se non trovi il posto “Resta n’ pe”

Una signora se non trova il posto “Ghè do l’ me

 

Chi non si ricorda quell’autista leggendario

Che scaldava il suo motore accelerando per due ore

C’era il mezzo che gridava «Maledetto te l’ho detto, chesto màt ‘l mörer»

Tu non ci crederai ma siam cresciuti con lui

E adesso che non c’è lo rivorremmo con noi

L’ombrello, i guanti, lo zaino «…quàte ròbe desmentegàt»

 

Storie di corriere, storie vere di paese

Storie ferme e di passaggio storie di persone in viaggio

Storie con un menestrello che si chiama bus 18/24

Se ci credi vedrai, sono storie per noi

Se lasci un po’ il motore non te ne pentirai

Tu sali, ti siedi e rivedi passare le ore di ieri… come ieri


 

Quàrt lüna

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

I dìh che luna l’è buna, ‘l quàrt che fa buna la legna

L’encànt la troàt la candéla

La zent l’ha cambiàt la ho storia ‘n quàrt apena

‘l bosc l’ha perduto la foglia, I dìh che l’è pronta la legna

La hstoria la dìh che taià che la buna, (‘l) vòllagà chela magra

 

Sono i segni che ho sulla fronte e sulle mani

Sono quelli che ho sulle braccia sulla schiena

Sono i segni che ho preso dal monte per scambiare la fortuna

Sono quelli di tutti gli inverni e della luna

 

I dìs che non serve cambiare che la storia la può continuare

Taca la squadra che arriva l’inverno

Prepara la sporta che arriva la luna a dicembre

Il bosco ha perduto la foglia, l’arsia la pagàt la hso colpa

La gente dimentica presto che tutte le storie le a rishpetade e regordade

 


Copél

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Còpa ‘l franghen, còpa ‘l manghen

Còpa ‘l gàt e còpa ‘l màt

Còpa l’orghen e po’ a la merla

Còpa ‘l vecio co’ la zerla

Còpa ‘l ciòt e l’amoròt

Còpa ’l prét e copei töch

Còpa ‘l Franco e po’ a la Franca

Còpa  l mùt… te l’ìe dìt

Còpa ‘l gal e còpa ‘l màl

La Marisa e ‘l ho Tunì

Còpa ‘l treno e la farfisa

Còpa ‘l vèt e copa ‘l hi

Còpa ’l pic e ‘l cùa longa

Còpa  l hàat e ‘l ciàpa onda

Còpa ‘l làt e po’ ‘al fiurìt

Copà ‘l carèt e po ‘l hambüc

Còpa ‘l sciòr e po’ la sciura

Còpa ‘l veremcòpen

Còpa ‘l mórt e còpa ‘l dùrt

Còpa ‘l ciòc e l’ lingerù

 

Tira te che tìre a me

Tràga hùra e tràga hòta

Bim, bum, bam, ghe tire a

Bim, bum, bam, tiròm ‘n

 

Fàga chèla borela, burlà déter la padèla

Faga fa l’ultimo salto, fai un salto e fanne un altro

Viva secula seculorum, brutto diavolo cattivo…

Per omnia popula populorom, tiragli ancora se resta vivo…

 

 


RINO

Testo: Alessandro Ducoli, Giovanni Fabrizio Pintossi

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Sotto il peso del fumo nero che mi sfiora la pelle … non riesco a dormire

Sogno di macchine grandi … motori pesanti … dove andremo a finire?

Acqua che non è più acqua … ma dov’è la sorgente non riesco più a bere

Neve in estate … caldo in inverno … dove sei? … non riesco a vedere …

L’uomo lo vedo distante … fa troppe domande … non vuole capire …

L’uomo non vuole cambiare ma cambia le carte per non sentire …

In questo mondo particolare mi servono le ruote per camminare

I raggi di sole adesso fanno male … aria nera nera da respirare

Oltre quel fiume c’è un sentiero fiorito può portarci lontano lo sai

Oltre l’incrocio la fabbrica aperta … fiori di plastica e guai …

Domande confuse … le scuse importanti di uomini artificiali

Meglio pascolare le vacche … senza cravatte e con du stìai

 

Parlom mia de politica … e de multinasciunai

Làga fora la polemica … mia che nòm che a finì mal?

               


Il gabbiano (9 ottobre 2010)

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Scivola il vento tra le case e la scuola

Scivola ancora… mette quasi paura

Vola il gabbiano vola via da occidente

Libero è l’orizzonte, ora… io non ho più paura

 

Tutto può diventare come polvere e fango

Passa da Montenero, passa via dal Rio Grande

Voce della foresta, voce nella tempesta

Cantami la canzone, ancora… c’è una luce di festa

Bambino del mondo, anima della terra

Figlio e maestro, hai condannato la guerra

L’hai guardata passare sulle onde del fiume

Come il grande guerrigliero, amore… com’è grande la luna

“Nos pertenece”, padre nostro fratello

Astro della manhana sarà dolce la stella

Nella notte dell’inverno… dentro questo orizzonte

Vola come il gabbiano, ancora… vola verso occidente

 

Preseglie

Testo: Alessandro Ducoli

Musica: Giovanni Fabrizio Pintossi

 

Nìgoi che'ì ve ‘n ha de Ider i fa ègner rìder, de rìder amò

Nìgoi che'ì ve ‘n ha de Biù, nigoi che i fa del , che'ì rebàlta i muntù

Nìgoi che'ì paha e che po’ i turna ‘ndréi'è hamach come gach e putì

Nìgoi d’istàt, ì tremà la paghera … la póra, la héra e la miniera ...

Nìgoi che'ì quàrcia dò le hìme dei mucc, i camìna strade bosch

Nìgoi che'ì rüga e che’ì hinhiga i dùrcc, nìgoi che’i hmorha ‘l föch

Nìgoi che ùla come ‘ö roh hèrlode … vanno via per tornare ad aprile

Nuvole in viaggio, sono nuvole a maggio, sono fieno e sono tralcio di poggio 

 

Preseglie che dorme quando scende la sera

Che si sveglia e sorride al mattino

Profumo di terra, di lavanda e fiori

Posso darti un bacio … posso averne uno?

 

Nìgoi che'ì dórma, hüra ‘l cièl töte stèle, l’aurora l’è ciara ‘n d’i occ

Nìgoi che'ì  bagna le strade e la zét, l’Eleonora la dìs che la öl

L’ha dìs che la pioggia è quasi come l’amore … porterà nuovi fiori nei prati

Porterà via la guerra e nutrirà questa terra, erano giovani tutti i nostri soldati

 

Passa via il forestiero, che ha cercato la stella

Che ha trovato la stalla e il bambino

Saluta Preseglie, che la favola passa …

Per tornare … con le buone stagioni

 

Preseglie che dorme quando scende la sera

Che si sveglia e sorride al mattino

Profumo di terra, di lavanda e fiori

Posso darti un bacio … posso averne uno?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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